All’interno degli ambienti di allevamento uno dei fattori più importanti, e spesso trascurato, è l’igiene. Per igiene di un allevamento si intende quell’insieme di condizioni microclimatiche, di carica batterica ambientale, di pressione infestante da parte dei parassiti. Le condizioni microclimatiche sono strettamente correlate alla struttura fisica dell’allevamento e all’ambiente in cui questo è ubicato. La carica batterica ambientale e la pressione infestante dipendono quasi esclusivamente dalla capacità di gestione e di controllo che l’allevatore riesce ad esercitare. La pressione infestante da parte dei parassiti si può agevolmente contrastare con dei programmi preventivi, quali derattizzazioni o trattamenti larvicidi sugli insetti volanti, applicati in maniera tempestiva e puntuale. Purtroppo la carica batterica ambientale è il parametro più difficile da controllare.
Per carica batterica ambientale si intende il numero di microorganismi presenti in un dato volume all’interno degli ambienti di allevamento. Più è elevato questo dato più gli animali allevati in quel dato ambiente sono sottoposti all’attacco di diverse malattie.
Per tenere questo dato sotto controllo (è infatti impossibile eliminarlo del tutto) si possono utilizzare diverse metodi e diverse sostanze. Alcuni di questi metodi e di queste sostanze si possono utilizzare alla presenza degli animali, altri (la maggioranza) devono essere utilizzati quando non ci sono più animali all’interno dei locali di allevamento, a causa della loro elevata tossicità e aggressività.
Da qualche tempo si stanno affacciando sul mercato dei sanificanti cosiddetti “naturali”, che prevedono l’utilizzo di sostanze di derivazione naturale, come ad esempio estratti vegetali, che uniscono un ottimo potere sanificante ad una bassa o nulla tossicità per gli animali.
Tra questi ultimi quello che sembra avere una efficacia maggiore nei confronti dei microorganismi patogeni associata ad una tolleranza migliore per gli animali, svolgendo addirittura una azione immunostimolante nei confronti di questi ultimi, è la propoli.
La propoli è un prodotto dell’alveare che le api raccolgono sulle gemme apicali delle piante per poi portarlo all’interno dell’alveare e, dopo averlo elaborato, utilizzarlo come “antibiotico” naturale con cui rivestono l’interno della loro colonia. Gli effetti curativi della propoli sono noti dai tempi più antichi, addirittura già dagli antichi egizi che lo utilizzavano per mummificare il loro morti. I soldati romani lo utilizzavano per curarsi le ferite riportate in battaglia.
Un grande contributo per lo studio della propoli è venuto negli ultimi anni da diverse università sparse per il mondo. Si è venuti così a conoscere, almeno in parte la composizione della propoli e le sue attività terapeutiche.
La propoli è una sostanza composta da almeno 180 principi attivi di cui sono noti 150.
Svolge azioni antibatteriche, antifungine, antivirali, immunostimolanti, antinfiammatorie e radical scavenger.
Azione antibatterica nei confronti di: Salmonelle, E. Coli, Moraxella, Kleibsiella, Pseudomonas, Streptococchi, e Staphilococchi.
Azione antimicotica nei confronti di: Candida Albicans e Aspergillus spp.
Azione antivirale contro: Herpes virus (es. laringotracheite), Orthomixovirus influenzali di tipo A ( a cui si lega impedendone l’ingresso nelle cellule).
L’azione immunostimolante, antinfiammatoria e radical scavenger sono state dimostrate da numerose prove e test condotti presso i più importanti centri mondiali.
La propoli può essere somministrata agli animali tramite due vie: quella orale e per via respiratoria.
La via orale può presentare alcuni incovenienti di difficile risoluzione, come ad esempio il fatto che alcuni animali non si nutrono se sentono sapori strani,o in alternativa il fatto che assunta oralmente la propoli può dare origine ad intolleranze intestinali.
La somministrazione per via aerea presenta invece numerosi vantaggi perchè viene attuata tramite un diffusore brevettato e consente di sfruttare la frazione volatile della propoli. Così facendo tutti gli animali che si trovano all’interno dell’allevamento, indistintamente, assumono i principi attivi, non facendo emergere effetti collaterali ma anzi migliorando la capacità respiratoria degli animali stessi.
Sono state effettuate alcune prove presso un allevamento di Agapornis Roseicollis di elevata genealogia. Durante queste prove si è utilizzata una macchina per l’aerodiffusione della propoli Kontak modello A3 dotato di ventilatore interno.
Il diffusore ha funzionato in maniera continuativa per 15 giorni con la presenza di animali all’interno dell’ambiente di allevamento. Sono stati effettuati dei saggi per controllare la carica batterica totale e quella fungina ai giorni 0, 1, 2, tramite piastre esposte, e ai giorni 0, 7, 14 tramite tamponi sulle superfici esterne delle gabbie. I campioni sono stati inviati presso un laboratorio ufficiale per le colture e i conteggi. I risultati riportati in tabella 1 evidenziano come le cariche batteriche e fungine subiscano una drastica riduzione già dopo le prime 24 ore per poi continuare la loro riduzione nel corso della prova.

In conclusione i risultati ottenuti tramite queste prove dimostrano l’assoluta efficacia e la totale salubrità dell’aerodiffusisone della propoli come sanificante ambientale, al fine di mantenere gli animali nelle condizioni ottimali per l’allevamento e la riproduzione, riducendo le patologie già a livello ambientale prima che colpiscano gli animali.
FONTE


ESPERIENZE PERSONALI

(Testo del 03.10.2014)

La scorsa settimana, entusiasta di questo articolo e di altri che ho letto sull’utilizzo della propoli come antisettico anche nell’orto, ho fatto un giro in uno di quei mercatini dell’usato e sono riuscito a portarmi a casa con 12 € un (vecchio ma funzionante) Vaporettino Polti a pistola. L’idea è quella di versare qualche goccia di propoli sciolta in alcool nell’acqua del serbatoio e poi vaporizzare la voliera e alcune piante così da annullare la presenza di agenti patogeni. Se funziona, bene, altrimenti se dopo due volte sarà tutto incrostato e non funzionerà più ho poi solo gettato 10 euro! 😉

(Testo del 20.10.2014)

Questa sera ho provato la ricetta suggeritami dai coniugi Condo, rivista e corretta secondo quanto ho letto su una trentina di siti: Per ogni litro d’acqua 2 cucchiai da minestra di propoli sciolta nell’alcool, 1 cucchiaio di succo di limone e 1 di aceto di mele. Vedremo… di sicuro l’azione antisettica, antimuffe e antibatterica biologica è garantita.
Diffusione dell’acqua trattata con nebulizzatore a pressione da 2 litri.
Osservavo che ho ragnetti su rosmarino e olivi, bruchini sull’alloro e cocciniglia allo stato embrionale sui gelsomini… certo che uno che voglia fare il coltivatore diretto senza l’utilizzo di veleni chimici è, di fatto, impossibilitato ad agire: non esiste pianta nel giardino o nell’orto che non sia attaccata da qualcosa… dalle piogge acide a insetti, funghi e batteri. Che tristezza… 😥