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Ho regalato questa rosa bianco-rosata tanti anni fa ad Ary per colorare il balcone della cucina di Hoikos e non ci ha deluso: salvo il problema correlato (per me) che le rose perdono petali e pungono, ha sempre profumato e decorato l’area con nostra gran soddisfazione. Ora l’abbiamo trapiantata all’Eremo sotto la scala che porta al laboratorio e sembra stia reagendo bene. Certo un’estate torrida e un inverno senza precipitazioni non aiutano. Vedremo!

NOTA GENNAIO 2024: Il tempo inclemente non ha fatto riprendere la pianta come speravo, ma ha attecchito bene e col tempo sono certo diverrà nuovamente rigogliosa. L’abbiamo dedicata al nostro micione Duncan, che adorava mangiarne i petali.


👁‍🗨 CHECK 01-2024: 🟢


 

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Facile da coltivare e da mantenere in qualunque spazio verde

Il mio giardino è colmo di questa splendida rosa, perché, diciamoci la verità, sono una giardiniera un po’ pigra e questa è la rosa proprio adatta ai giardinieri pigri.
Parliamo un po’ di questa signora di origine Cinese. Fu introdotta nel 1700 in Italia e trovò la sua prima collocazione nell’Isola Bella, dove era coccolata dai giardinieri del principe Borromeo.
Come dice il nome stesso, la rosa chinensis mutabilis ha origini cinesi, ma non esistono notizie ben precise in proposito; sembra che sia giunta in Europa nel lontano Settecento, ma venne identificata con precisione solo nel 1934, quando il principe Borromeo regalò a un vivaista di Ginevra, Henri Corrévon, un esemplare che aveva coltivato fino ad allora sull’isola Bella sul Lago Maggiore col nome di Tipo Ideale.
Vi chiederete perché questa pianta mi piace così tanto.
Pensate che è un morbido cespuglio che può toccare i 4 metri,  e che nel mio giardino fiorentino non si spoglia mai. È sempre fiorita e non si ammala. Dopo il primo anno d’impianto non l’ho più annaffiata e la concimo solo una volta l’anno. All’occorrenza si può dare anche del fertilizzante granulare.
I  fiori sono semplici di mille colori e fanno somigliare questa rosa a leggiadre farfalle,  che, come dice il nome della rosa “Mutabilis”, mutano nei colori con tonalità che vanno dall’arancio, al rosa,  al rosso. Questo avviene sempre nella stessa pianta e nello stesso momento e per lunghissimo tempo. Addirittura, molto spesso, per Natale mi godo ancora qualche fiore.

Coltivazione della Rosa Mutabilis

Non ama essere potata, non si ammala, è ubiquitaria per quello che riguarda il terreno. Esige posizioni assolate, quindi è adattissima per i giardinieri pigri!!
Come tutte le rose cinesi e le rose thea, anche la rosa chinensis mutabilis predilige i luoghi assolati e ama stare al sole parecchie ore al giorno: infatti solo così si esprimerà al massimo delle sue potenzialità.  Dal momento che è una pianta molto vigorosa e sana e poco esigente in fatto di manutenzione, questa rosa  viene impiegata in gruppo perfino nelle aiuole pubbliche come coprisuolo per creare grandi macchie di colore. Essa sprigiona la sua bellezza anche quando viene impiegata per creare delle siepi.
La rosa chinensis mutabilis non ama le potature: è meglio evitare di eseguire potature se non per eliminare i rami secchi o danneggiati o qualche ramo difficile da controllare, ma non prima che abbia raggiunto il quarto anno di età, e non senza l’utilizzo degli strumenti adatti, come cesoie da giardiniere affilate per evitare di danneggiare la pianta con tagli poco netti e precisi.
Direi che è un’ottima pianta per giardini che richiedono poca manuntenzione e sanno restituire ottimi risultati, anche investendo poca fatica.
FONTE