Un rapporto di lavoro con la settimana”cortissima” aumenta la produttività del dipendente e i guadagni del datore di lavoro, stimola l’occupazione. Una ricerca scientifica spiega perchè.

Il lavoro oltre allo stipendio può anche dare benessere fisico? La domanda che un serioso professore della Brigham Young University  non è peregrina.  Perchè, diciamo la verità: lavorare meno è un po´ il sogno di tutti.
Avere più tempo da dedicare alla famiglia o ai propri hobby sarebbe il massimo per la stragrande maggioranza delle persone. Purtroppo, però, bisogna fare i conti con la realtà – oltre che con questi duri tempi di crisi – e ci si rassegna al fatto che non possiamo proprio rinunciare ai ritmi di lavoro spesso stressanti e logoranti imposti dalle circostanze di ciascuno.
Tuttavia c´è un dato che potrebbe – seppure parzialmente – confortarci. Un elemento capace di rappresentare un sostegno alla tesi secondo cui lavorare meno fa bene alla salute del lavoratore, ma nello stesso tempo apporta benefici anche al datore di lavoro. E addirittura, all´ambiente. Possibile? Eccome. Andate avanti a leggere…
La settimana “cortissima”
Lavorare 4 giorni alla settimana fa bene alla salute del dipendente, ma anche a quella del datore di lavoro. Non solo: da una settimana “cortissima”, con un weekend lungo tre giorni, trarrebbero benefici anche l’occupazione (che aumenterebbe) e l’ambiente (che sarebbe meno inquinato). Sono le conclusioni di uno studio condotto da Rex Facer della Brigham Young University di Provo (nello Utah, Usa).
Secondo l’esperto, “una settimana lavorativa di quattro giorni migliorerebbe la morale e la produttività, senza che le aziende ne risentano. Le opzioni in questo caso sono due: 4 giorni di lavoro di 8 ore con una paga minore del 20%, oppure 4 giorni a 10 ore con la stessa paga. La maggior parte degli impiegati preferirebbe questa soluzione”.
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