Gli umani si sono evoluti adattandosi a una dieta onnivora: scegliere uno stile di vita vegano o vegetariano può non essere l’ideale per il nostro organismo.

Siamo naturalmente onnivori: cresce il numero delle persone che scelgono uno stile di vita vegano o una dieta vegetariana, ma un articolo pubblicato su The Conversation (edizione in spagnolo) ci ricorda che esistono diversi motivi per cui l’uomo si è evoluto per essere onnivoro. Nel corso dei millenni il nostro corpo si è adattato a una dieta mista e, adesso, convertirsi in mammiferi erbivori potrebbe persino farci male.


COLON E METABOLISMO. Il nostro colon è corto: questo fa sì che ciò che mangiamo transiti più velocemente attraverso l’apparato digerente, rendendo più difficile l’assorbimento degli alimenti ricchi di fibra.
Nei mammiferi l’aumento di massa corporale va di pari passo con la diminuzione del metabolismo basale (ovvero la quantità di energia necessaria a mantenere le funzioni vitali): per esempio, le grandi scimmie hanno bisogno di poca energia per mantenere le funzioni vitali, e per questo dall’87 al 99% della loro dieta consiste in materia vegetale. L’unica eccezione è rappresentata dagli scimpanzé, la cui alimentazione frugivora permette loro di avere una vita sociale più intensa.


 

CHE CERVELLO GRANDE HAI! Uno dei principali motivi per cui noi umani abbiamo bisogno di una dieta più ricca e variata è la necessità di nutrire il nostro tessuto nervoso, che assorbe da solo il 22% del tasso metabolico basale. Poiché il nostro corpo ha diversi organi che necessitano di molta energia (come cuore, reni o fegato), l’espansione del cervello ha fatto sì che il nostro apparato digerente si accorciasse, favorendo l’adozione di una dieta più carnivora, di facile digeribilità e di alta qualità.


 

FERRO E INTEGRATORI. Secondo l’autore dell’articolo – Paul Palmqvist Barrena, professore di Paleontologia all’Università di Malaga (Spagna) – la dieta vegana non soddisfa l’apporto minimo di ferro giornaliero (che corrisponde a 1,5 mg). Se è vero che il ferro può essere integrato con le pastiglie, questa pratica, a lungo andare, rischia di danneggiare i reni: la gran parte del ferro assunto in questo modo, infatti, non viene assorbito dal nostro organismo e deve essere espulso, costringendo i reni a un duro lavoro. Per il nostro corpo è molto più semplice assimilare il ferro contenuto nel sangue di un filetto di manzo o di tonno.


 

CHI VIVE DI PIÙ? Se da un lato alcune ricerche sostengono che consumare carne riduca il rischio di soffrire della malattia di Alzheimer, di malattie cardiovascolari e di infezioni, e ci renda più longevi, dall’altro esistono studi che affermano il contrario, sostenendo che smettere di mangiare carne ci proteggerebbe da malattie cardiovascolari, cancro e patologie croniche, portando a una diminuzione della mortalità globale del 6-10%.

Chi tirerebbe sicuramente un sospiro di sollievo se riducessimo il consumo di carne, sarebbe il nostro Pianeta: se tutto il mondo abbracciasse uno stile di vita vegano, le emissioni causate dall’industria della carne calerebbero del 70% e la Terra tornerebbe (forse) a respirare.
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