Nessuna intenzione di seguire le regole anti-Covid imposte dall’emergenza, senza rimorso.
E una tendenza allo ‘scaricabarile’ nella convinzione che, in ogni caso, “a portare la mascherina e distanziarsi sono gli altri.
E tanto basta”.
Anche se la fiducia negli altri, più ligi alle prescrizioni, può arrivare a ‘moderare’ i comportamenti egoistici.
Sono gli elementi che più contano nel profilo psicologico di chi ha trasgredito agli obblighi della quarantena, come indica uno studio, coordinato dal Dipartimento di Psicologia della Sapienza Università di Roma, e pubblicato su ‘Frontiers in Psychology’.
La ricerca, svolta in collaborazione con le università di Trento e Bologna e l’università Pontificia Salesiana, ha permesso di identificare una leva negativa, il disimpegno morale, e una positiva, la fiducia generalizzata negli altri, come fattori cruciali, mediatori e moderatori di un comportamento più o meno ligio. “Tutti noi facciamo fatica a seguire le regole imposte – spiega all’Adnkronos Salute Guido Alessandri, docente di Psicologia della Sapienza – Questa tendenza è, in qualche modo, in tutti noi.
La nostra ricerca ha voluto verificare l’intensità e i fattori che più hanno contato e contano nel profilo di chi non rispetta le norme imposte per la salute pubblica”.
Per questo l’équipe ha indagato i processi psicologici e i condizionamenti sociali – che hanno portato le persone a rispettare le regole di quarantena e di distanziamento sociale – su un campione di 1.520 italiani.
Durante la prima fase di lockdown, tra il 22 marzo e il 6 aprile 2020, i ricercatori hanno proposto ai partecipanti questionari in cui veniva chiesto loro di indicare la frequenza con cui erano usciti da casa dall’inizio delle restrizioni e a che livello, a loro avviso, si erano attenuti alle regole dettate dal Governo.
In questo modo è stato possibile tracciare il profilo psicologico di coloro che, più di altri, hanno riportato di aver trasgredito, ignorato o comunque avuto difficoltà nel conformarsi alle regole. “Un ruolo fondamentale – riferisce Alessandri – è giocato dalle disposizioni di base delle persone.
Abbiamo visto che i tratti di personalità possono determinare le scelte comportamentali andando a influenzare la tendenza degli individui stessi a disimpegnarsi moralmente, ovvero a ignorare per propria convenienza la dimensione etica del comportamento e a trasgredire le regole imposte senza mostrare alcun disagio, vergogna o rimorso, arrivando addirittura a trovare una piena giustificazione per le proprie azioni”. Stando ai risultati dello studio, le persone che riportavano più alti livelli di disimpegno morale riferivano all’interno dei questionari di aver violato più frequentemente le regole di isolamento domiciliare o di distanziamento sociale. Oltre al disimpegno morale, le disposizioni di base degli individui apparivano correlate al loro livello di fiducia sociale generalizzata: la percezione che anche gli altri intorno a noi si stanno impegnando per rispettare le regole imposte è risultata un ulteriore elemento cruciale nel favorire il rispetto delle regole, tanto da arrivare, in talune circostanze, ad attenuare l’influenza del disimpegno morale sul non rispetto delle regole. “A fronte delle disposizioni di base della personalità di ognuno, il disimpegno morale e la fiducia negli altri e soprattutto nel Governo costituiscono dei potenti incentivi (o disincentivi) al rispetto delle regole.
Rappresentano delle leve psicologiche fondamentali per promuovere il rispetto delle regole nelle fasi avanzate della gestione della pandemia, che sempre più fanno affidamento sulle capacità di autoregolamentazione degli individui e sempre meno sulla stretta regolamentazione dei loro comportamenti”, conclude Alessandri.
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