Lo conservo perché è da leggere e rileggere ogni tanto. Mea culpa, mea culpa, mea grandissima culpa! 😀 Ecco anche perché stampo ancora spesso foto e le appendo ovunque…

Vivere le nostre esperienze attraverso lo schermo dello smartphone fa sì che nel tentativo di catturare il momento, dimentichiamo di viverlo

Gli smartphone sono diventati – senza esagerare – un’estensione di noi stessi: sono con noi nei momenti più intimi, in quelli più belli e in quelli meno belli, ma, soprattutto, sono con noi quando viviamo i momenti che vogliamo ricordare.
Il problema è che siamo sempre più preoccupati a delegare a loro i nostri ricordi, dimenticandoci di vivere le nostre esperienze, prima di catturarle e di condividerle sui canali social che usiamo.
Siamo ossessionati dai nostri smartphone, e lo siamo sempre di più: 3 persone su 10 non lo spengono mai, e la prima cosa che fanno al mattino – prima ancora di lavare i denti – è sbloccare lo schermo e controllare se ci sono notifiche, ripetendo, poi, questo gesto mediamente più di 150 volte nel corso della giornata.
È diventata una cosa automatica, a cui non si fa neppure più caso, proprio come – per anni – è stato guardare l’ora dal proprio orologio.
Ogni volta che una nuova tecnologia si diffonde presso un numero elevato di persone, si tende parlare di rivoluzione, e spesso si esagera: non è questo il caso degli smartphone, che hanno effettivamente trasformato il modo in cui viviamo le nostre vite.
Quando non riusciamo a catturare i momenti che viviamo siamo quasi assaliti da un senso di ansia, come se mancasse qualcosa all’esperienza che stiamo vivendo, e per questo siamo disposti a fare cose che non faremmo mai, pur di non perdere quest’opportunità: ci sediamo a terra negli aeroporti pur di non trovarci senza batteria del nostro smartphone; quando siamo in viaggio scegliamo il bar o l’hotel in base alla disponibilità del wi-fi; quando entriamo in un locale ci accertiamo che ci sia campo e via così.
Vivere le nostre esperienze attraverso lo schermo del nostro smartphone fa sì che, pian piano, nel tentativo di catturare il momento, dimentichiamo poi effettivamente di viverlo.
Registriamo così tanto delle nostre vite, che poi, spesso, ce ne dimentichiamo, ed è per questo che – ad esempio – ripercorriamo le nostre memorie attraverso strumenti che ci mettono a disposizione i canali social (basti pensare, appunto, a On This Day di Facebook, che ci ripropone, ogni giorno, quello che è successo negli anni passati in un determinato giorno), o nuove tecnologie (come la Narrative Camera, che scatta una foto ogni 30” senza bisogno di nessuno sforzo da parte nostra –  un esperimento condotto da Morris Villaroel, Professore al Politecnico di Madrid – che ha registrato ogni istante degli ultimi 2 anni della sua vita).
Questo non significa che gli smartphone abbiano avuto – in assoluto – un impatto negativo sulle nostre vite, anzi.
La possibilità di essere potenzialmente sempre connessi, di avere accesso a qualsiasi tipo di informazione, ovunque e in qualsiasi momenti, o di poter entrare in contatto con tutta la nostra rete di contatti, offre una serie infinità di opportunità che non erano mai esistite e che possono realmente migliorare le nostre vite.
La sfida sarà quella di essere capaci di trovare un equilibrio tra quello che vale la pena registrare, condividere e rivivere, con quello che vogliamo vivere davvero, perché le memorie possono essere riviste e ricordate, ma i momenti non possono essere rivissuti.
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