Le Persone Che Preferiscono Stare Da Sole, Hanno Queste 6 Peculiarità Nella Loro Personalità
Quando qualcuno preferisce avere pochi e selezionati amici e ama passare del tempo da solo, viene chiamato solitario.
Gli altri lo percepiscono come una persona sola, o depressa.
Ma in realtà queste persone non si sentono mai sole.
Stare in compagnia di se stessi, li appaga. Si sentono fortemente connessi con il proprio io e realizzano meglio le cose che li circondano.
Non è semplice fare amicizia con i solitari, perché sono veramente molto selettivi. Ma quali sono i tratti della personalità che più li caratterizzano?
1- Mettono i cosiddetti “paletti”
I solitari hanno sempre dei limiti ben saldi. Sanno che in compagnia di se stessi non saranno mai soli, quindi evitano di circondarsi di persone inutili e banali.
Rispettano gli spazi altrui e si aspettano lo stesso rispetto per i propri. Se invadi la loro intimità non avranno scrupolo a fartelo capire.
2- Sono fedeli
A differenza di coloro che hanno bisogno di sentirsi sempre al centro dell’attenzione, i solitari non ne richiedono. Quando si legano a qualcuno, sono estremamente fedeli.
Sanno quello che valgono e non hanno bisogno dell’approvazione altrui.
Questo li rende immuni da corteggiamenti e lusinghe che potrebbero far capitolare chiunque. Sono quindi fedeli e questo vale per relazioni, la famiglia, il lavoro e gli amici.
3- Hanno una mente aperta:
Solo perché preferiscono la propria compagnia a quella degli altri, non significa che siano chiusi o rigidi.
Cercano anzi, sempre nuovi stimoli e avventure.
Scoprire il mondo in compagnia di se stessi, è un viaggio interessante e articolato. Non tutti ne sarebbero capaci, un solitario è infatti una persona estremamente coraggiosa.
4- Sono creativi
Passare tanto tempo da soli, permette di sviluppare e potenziare la creatività. Riuscendo a vedere il mondo esterno in maniera distaccata, aguzzano l’ingegno e il proprio estro.
Sono tante le attività cui si dedicano: lettura, pittura, scrittura, yoga, decorazioni.
Un solitario contrariamente a quello che si può pensare, non si annoia mai.
5- Sono i più leali
Le persone solitarie sono leali e non tradiscono i loro buoni amici. Selezionando alla fonte, le loro relazioni sono tutte basate sul rispetto, sulla chiarezza, sul sostegno reciproco.
Potremmo azzardarci a chiamarli empatici, perché pur amando la solitudine, quando sono in compagnia degli amici o comunque in società, riescono a percepire bene i pensieri di bisogni delle altre persone.
6- Hanno un cervello emotivo
Le persone solitarie sono dotate di un cervello che potremmo chiamare emotivo. Vedono le cose in maniera differente rispetto agli altri ed hanno capacità di scelte e analisi diverse.
Grazie alla loro sensibilità ed emotività, avvertono subito le situazioni di emergenza negli altri e sono sempre i primi a portare il loro aiuto.
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Lo studio: ecco perché i ricchi sono più solitari

Chi ha un reddito elevato passa in media 10 minuti in più in solitudine al giorno. I poveri hanno una rete sociale più forte fatta di familiari e vicini di casa. Lo dice un censimento che analizza i comportamenti degli americani
Dimmi quanto guadagni e ti dirò con chi passi le tue serate. Avere molto denaro cambia ogni cosa. Anche la vita sociale, ha osservato uno studio americano, è direttamente influenzata dalla classe di reddito. I ricchi trascorrono più tempo in solitudine. Ma quando escono, lo fanno solitamente con gli amici. I poveri hanno invece una rete di relazioni più ricca, che pesca soprattutto fra familiari e vicini di casa.
A chiedersi come i soldi influenzino le amicizie sono state Emily Bianchi della Emory University e Kathleen Vohs dell’università del Minnesota, che hanno spulciato 30mila questionari nel General Social Survey, un censimento di lunga data che analizza abitudini e comportamenti degli americani. Nelle loro risposte, i partecipanti devono anche indicare i loro guadagni. Le conclusioni delle ricercatrici sono state pubblicate sulla rivista Social Psychological and Personality Science.
Chi guadagna 5mila dollari all’anno, rispetto a chi ne guadagna 131mila, passa 6,4 sere in più in compagnia ogni anno. I ricchi, ogni giorno, trascorrono 10 minuti in più in solitudine. Quando escono, i più danarosi trascorrono 5,2 serate in più con gli amici rispetto a chi non può permettersi ristoranti o aperitivi. Ma il 25% più ricco del campione, rispetto al 25% più povero, spende 4,6 sere in meno ogni anno con i familiari e 8,3 sere in meno con i vicini o i conoscenti del quartiere.
“Gli studi del passato – scrivono le autrici – avevano dimostrato che il denaro induce autosufficienza e riduce l’interesse per gli altri”. Dal dopoguerra a oggi la cerchia delle relazioni sociali di un individuo medio si è andata sempre più restringendo. Il numero di persone che dichiarano di non avere amici intimi o familiari è raddoppiato tra il 1985 e il 2004. Tanto da spingere lo scienziato politico di Harvard Robert Putnam nel 2000 a pubblicare il suo controverso libro “Capitale sociale e individualismo”. La colpa, in un primo momento, era stata data proprio al boom economico. “Ma il nostro studio – allargano il discorso Bianchi e Vohs – rivela che il reddito è legato anche alle persone con cui si decide di passare il proprio tempo”.
La spiegazione più logica che le due ricercatrici offrono è che più si è poveri più si ha bisogno della famiglia e dei vicini per guardare i bambini, riparare un elettrodomestico, rimediare un passaggio, tagliare il prato. E che difficilmente genitori o cugini accetterebbero di dare una mano se li si vede solo in occasione delle feste. “Chi ha risorse finanziarie limitate – concludono le ricercatrici – preferiscono le relazioni in cui si dà e si riceve aiuto”.
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